giovedì 22 agosto 2013

LA SOCIETA' OCCIDENTALE, LE SETTE MALATTIE MORTALI e IL D.P.I.



       RIFLESSIONI & ATTUALITA':

LA SOCIETA' OCCIDENTALE, LE SETTE MALATTIE MORTALI e IL D.P.I.

Considerazioni sull’Attualita' con Spunti da W. E. Deming e M. Gelman

William Edwards Deming (14 ottobre 1900 – 20 dicembre 1993) è stato uno statistico
americano, professore, scrittore, conferenziere e consulente.
Sebbene il suo campo di studi fossero la Statistica e la Fisica, William Deming è probabilmente
più noto per il suo contributo nelle discipline manageriali e di gestione delle imprese.
Nel corso della sua vita ha infatti ricoperto importanti ruoli come consulente, sia governativo
(per Stati Uniti e Giappone) che per istituzioni private.

Questa straordinaria e semplicissima persona ci lascia in eredita' un vero e proprio sistema
filosofico, i cui principi ben si applicano alla gestione di impresa e di governo.
In particolare, tra tali principi si segnalano i sotto elencati, definiti come “Le Sette Malattie Mortali”:

P1. La mancanza di costanza nello scopo.
P2. Esaltazione dei profitti a breve termine.
P3. Quando la valutazione si basa su:
       a- Risultati conseguiti.
       b- FeedBack periodico delle prestazioni.
P4. Mobilita' delle persone di conoscenza.
P5. Dirigere una Societa' basandosi solo sui dati e risultati quantitativi.
P6. Costi medici esagerati.
P7. Costi esorbitanti in relazione all'adempimento della responsabilita';
        il piu' delle volte perorate da pressioni dei legali che poi ne traggono guadagni.

Per risolvere tali problemi e migliorare la qualità di organizzazioni complesse come imprese e
governi, è necessaria un’analisi degli stessi nella loro complessita', adottando un sistema
definito da Deming come “Sistema della Conoscenza Profonda”.

In breve, alle fondamenta di questo sistema vi sono: la conoscenza di processi esistenti in
un’organizzazione, le cause e ragioni di possibili cambiamenti (osservabili e misurabili
statisticamente), il possesso di concetti che spieghino i limiti del conoscibile ed infine la
comprensione della stessa natura umana.

Queste riflessioni introduttive possono fornire degli utili strumenti per analizzare la società
contemporanea ed in particolare i problemi che ne interessano l’organizzazione, e cioè ilgoverno.

Tra i problemi che oggigiorno affliggono la società italiana ed il suo governo, il più impellente è
forse quello del debito pubblico (da qui in avanti D.P.). Il D.P. ha oggi infatti raggiunto un livello
insostenibile. Esso tuttavia non è il frutto di ragioni di breve periodo, ma il risultato di scelte di
governo di un arco temporale di 30 anni; scelte che sono frutto di una serie di differenti ragioni
che meriterebbero molteplici analisi.

Soprassedendo per il momento a tali analisi, se oggi la nostra società è quella che è (ed
ognuno qui puo' fare le proprie considerazione, in positivo e negativo) e se l’Italia è nel mondo
considerata una nazione fra le piu' sviluppate, ciò si può ricondurre al proliferare del D.P. nelle
scorse tre decadi. L’espansione del debito pubblico, nel bene e nel male, ha infatti permesso
alla nostra società di raggiungere il livello di sviluppo economico e sociale al quale ci troviamo.

Adottando la filosofia di Deming, osservo ora le ragioni del cambiamento nella nostra società: lo
sviluppo della scienza e della ricerca di base hanno creato le condizione per uno sviluppo
tumultuoso della tecnologia. Lo sviluppo della tecnologia e le sue applicazioni in diversi campi
generano e ci impongono radicali cambiamenti sociali.

La tecnologia come applicazione delle teorie scientifiche (Fisica/Elettronica/Informatica) ci deve
dunque spingere alla riconsiderazione degli stati e dei governi e quindi, nel nostro caso, nella
risoluzione del problema del D.P.
Tra ‘800 e ‘900 gli stati e la società sono cambiati per via della rivoluzione industriale: si e'
assistito a cambiamenti quali il passaggio dalla strada per cavalli e carrozze, alle ferrovie per i
treni e alle strade e autostrade per le macchine. Questi cambiamenti erano percepibili ad occhio nudo.

Oggi il cambiamento tumultuoso non solo e' impercettibile all'occhio ma la cosa piu' grave che
una buona parte delle persone e' indifferente a tale cambiamento. Tutto questo crea una
situazione di incertezza, paura e immobilismo.
A differenza del secolo scorso quindi, le istituzioni, l'ordinamento giuridico, la societa' nel suo
insieme e le aziende non cambiano, perchè non percepiscono i cambiamenti a cui siamo
esposti. Ciò ci rende impreparati alla gestione di questi cambiamenti epocali. Secondo il mio
punto di vista tutto ciò avviene perche' non affrontiamo i problemi attuali secondo il metodo della
conoscenza profonda usato da W.E.Deming.

Qui di seguito voglio sinteticamente provare ad affrontare ed esprimere il mio punto di vista
rispetto al PROBLEMA del D.P.

LA NATURA DEL DEBITO PUBBLICO ITALIANO:

Per prima cosa cerco di immagginare al D.P., dandogli una forma che ne rappresenti in modo
fedele le caratteristiche. (Spesso il D.P. viene rappresentato con grafici lineari che ne illustrano
solamente la componente monetaria nel tempo; il D.P. presenta in realtà una ben più complessa struttura!).

Con questo gioco di pura astrazione mentale, immaggino il D.P. come una sfera, al principio di
dimensioni ridotte e poi, con il passare del tempo, sempre più grande, fino a raggiungere dimensioni enormi.

Ciò che piu' mi affascina di tale sfera non sono le sue dimensioni però, bensì la sua natura.

Scomponendo la sfera ideale del D.P. ed analizzandone la sua natura (un pò come si procede
nell’osservazione e analisi dell’atomo), si osserva che per circa tre quarti (la maggio parte) essa
sia formata da elementi non misurabili quantitativamente, mentre solo un quarto di essa ha una
natura monetaria (quindi misurabile).

Visto così il D.P., si desume che và analizzato con strumenti analitici che rispecchiano il pensiero di Deming.
Provo ad evidenziare la struttura delle componenti non quantificabili.

La natura di questi componenti la possiamo trovare in tutto l’insieme di norme, diritti, statuti che
formano l’ordinamento dello Stato italiano e che sono il frutto di anni di politica e vita civile.
Proprio queste componenti, che regolano lo svolgersi ordinato delle attività economiche e civili
nella nostra società, hanno contribuito a generare e accrescere il D.P., anche nella sua
componente monetaria. Tra essi possiamo individuare:

- il Welfare
- il sistema sanitario
- il sistema pensionistico
- la cassa integrazione guadagni
- Istituzione delle regioni e istituzioni territoriali.

In poche parole, tutta l’attività della politica economica italiana attuata nel trentennio passato.
Tutto è stato aggravato dall’altra componente, che è la mancata crescita del PIL degli ultimi
vent’anni. Il problema del D.P. si sarebbe potuto evitare infatti con una continua e costante crescita del PIL.

A questo punto, mi permetto di suggerire un metodo quando si parla di D.P.: la condizione per
poter parlare del D.P. è quella di avere una proposta risolutiva. In alternativa, sarebbe bene non
affrontare l’argomento. E facendo fede a queta affermazione, provo a proporre la mia soluzione.

PROPOSTA DI SOLUZIONE D.P.

Grazie ad un opportuno PATTO SOCIALE con i cittadini, lo stato potrebbe attuare il METODO
della TRASFORMAZIONE del DEBITO in RENDITA VITALIZIA per la meta' del D.P. nella sua
forma monetaria, ovvero per la somma di circa €.1.000 mld. A sua volta si potrebbe suddividere
tale somma in due parti:

A- Rendita Irreversibile €.500 mld.

B- Rendita Reversibile €.500 mld.

da destinare alle persone con eta' maggiore di 50 anni. I titoli di rendita così generati
garantirebbero ai titolari il diritto di ricevere somme a sostituzione delle pensioni e a copertura di
prestazioni sanitarie.

Tali titoli inoltre potrebbero essere gestiti su una apposita piattaforma della borsa valori e
scambiati tra privati cittadini, rispettando le condizioni di base che dovranno essere contenute in
un prospetto informativo destinato al pubblico e aderente alla direttiva MiFID.

Questo produrrebbe come effetto immediato il consolidamento del D.P., limitando il problema
del continuo approvvigionamento sul mercato primario. Di fatto si porrebbe fine al problema
della volatilità degli interessi pagati sui titoli di stato e si eliminerebbe la possibilità di fallimento
per lo Stato, o gli stati. E si dovrebbe in effetti eliminare tale possibilità, in quanto lo stato è una
creazione umana che rappresenta la massima espressione di sistema complesso adattativo, in
relazione ai sistemi complessi evolutivo (come l’universo e le galassie)*.

Adottando un principio di simmetria temporale, questa soluzione del problema verrebbe
programmata su un asse temporale di 30 anni (che e' il tempo rispetto al quale il problema si e'
formato). Ciò assicurerebbe la possibilita' di avviare un vasto programma di riforme che i nuovi
tempi ci impongono e che ci porterebbe alla formazione di nuovi stati, moderni, capaci di fornire
le condizioni per lo sviluppo dei suoi cittadini.

Di una cosa sono sicuro: oggi i fattori determinanti per il successo di una società civile (e quindi
uno stato) non hanno natura monetaria, ne sono legati a concetti materiali come la proprieta',
ma sono la conoscenza profonda dei sistemi complessi e la capacità di generare nuove idee.
L'alternativa e' rifugiarsi nel futile e nella superstizione; dopo sara' il lento declino.

Sono riconoscente all'opera di W. E. Deming e M. Gelman. per lo stimolo della presente riflessione.

Michele Falduto
Data: Sabato 1 Giugno 2013

*Per approfondire sul tema, si veda  “The quark and the jaguar”;  Murray Gell-Mann.